Avevo questo nome in testa da un po’: Orosei. Forse perché me ne aveva parlato benissimo la sarta da cui porto a sistemare gonne e pantaloni. Ma, si sa, a volte certe raccomandazioni entusiaste possono essere fuorvianti…
Dice il proverbio: “Non è tutto oro quel che luccica”. E allora ho deciso di scoprirlo da me. Un piccolo weekend in primavera, un amico complice, e via. Obiettivo? Verificare se Orosei è davvero quel gioiello di cui tanto avevo sentito parlare.
Giorno 1: Orosei tra spiagge caraibiche e oasi naturali
Come faccio spesso quando ho un weekend a disposizione, parto il venerdì pomeriggio tardi. In questo modo riesco a godermi due giorni pieni. Per raggiungere Orosei il mezzo migliore è l’aereo, con arrivo all’aeroporto di Olbia, distante circa 90 km. Da lì, il noleggio auto è d’obbligo se vuoi muoverti in libertà.
Arrivati in hotel e sbrigate le pratiche del check-in, ci sistemiamo velocemente in camera. Io, doccia e subito a letto: voglio iniziare la giornata successiva fresca e carica. Il mio amico, invece, scende al bar per un digestivo – il panino al volo in aeroporto proprio non ne voleva sapere di “scendere”.
Fig. 1 – Spiaggia di Marina di Orosei
1. Marina di Orosei
Sabato mattina, colazione abbondante – l’intenzione è di restare fuori tutto il giorno tra mare, sole e natura. Prima tappa: Marina di Orosei.
Una distesa di sabbia dorata che si tuffa in un mare azzurro che ricorda i Caraibi. La spiaggia è tranquilla, poco affollata, perfetta per rilassarsi. Non ci fermiamo a lungo: giusto il tempo di sdraiarsi sul mio telo mare, respirare profondamente e ripartire. Ci aspettano altri angoli di paradiso.
2. Oasi di Biddarosa
Tappa successiva: Oasi di Biddarosa, un must per chi ama la natura. L’oasi è un’area protetta di 860 ettari di macchia mediterranea che include cinque cale di sabbia da sogno. L’accesso è contingentato (massimo 140 auto e 30 moto in estate) e a pagamento, ma i fondi servono alla tutela e alla gestione dell’area.
Noi avevamo prenotato con anticipo – cosa che ti consiglio caldamente di fare! È un piccolo paradiso gestito dall’Ente Foreste e dal Comune di Orosei, dove la natura si esprime senza filtri.
3. Cala Ginepro
Pochi chilometri dopo, eccoci a Cala Ginepro, perfetta per chi – come me – ama il mare in tutte le sue sfumature. La spiaggia è incantevole, le pietre sono levigate e il fondale così trasparente che si vedono pesciolini nuotare tra le gambe.
Alle spalle della cala c’è una pineta con ginepri dove ci riposiamo un attimo prima di proseguire verso la tappa successiva.
4. Sa Curcurica
Ultima spiaggia del giorno: Sa Curcurica, con sabbia bianca e fondale basso – ideale anche per i più piccoli o per chi non sa nuotare. Attorno, una zona ombreggiata con tavolini in pietra dove alcune famiglie stanno ancora merendando, nonostante siano quasi le 16.
Bellissimo lo stagno omonimo, popolato da cormorani, garzette e aironi cinerini. Lì troviamo anche canoe a noleggio e non resistiamo alla tentazione: pagaiata intorno allo stagno prima del tramonto. Meraviglia pura.
È ormai sera: si torna in hotel per una doccia veloce e poi cena. Dopo cena, gelato alla mano, facciamo due passi tra i vicoletti fioriti di Orosei. Ma la stanchezza si fa sentire: è ora di andare a dormire.
Orosei tra chiese barocche, musei e sapori locali
Fig. 2 – Vista panoramica su Orosei
1. La cittadina di Orosei
Colazione veloce e via: oggi si visita la cittadina di Orosei.
Orosei è un borgo ricco di storia e cultura. La maggior parte delle sue chiese è di epoca barocca, tranne Sant’Antonio Abate, parte della parrocchia di San Giacomo Maggiore. Costruita tra il 1300 e il 1400 con pietra vulcanica, è uno dei simboli del paese.
Proprio lì accanto si trova la Torre di Sant’Antonio, risalente all’epoca in cui Orosei era sede della Curia. Mentre ci aggiriamo ammirati, una simpatica signora del posto ci racconta che il 17 gennaio, per la festa di Sant’Antonio, si accendono dei grandi falò in tutto il borgo. Dev’essere uno spettacolo!
Alle 11:30 il suono del campanile ci ricorda che è quasi ora di pranzo. E allora via, verso un ristorantino del centro. Ordiniamo piatti tipici: Maccarrones Furriaos (gustosi gnocchetti sardi) e porcetto arrosto. Un trionfo di sapori locali!
2. Palathos Vetzos e il Museo Don Giovanni Guiso
Nel pomeriggio visitiamo il quartiere dei Palathos Vetzos (“Palazzi Vecchi”) e l’elegante Museo Don Giovanni Guiso, allestito nella dimora nobiliare dell’omonima famiglia. Qui troviamo una collezione affascinante di teatrini in miniatura del ’700 e abiti antichi appartenuti a nobildonne europee.
3. La Vecchia Prigione
Ultima tappa: la Vecchia Prigione, che in realtà è ciò che resta dell’antico castello di Orosei. Fu utilizzata come carcere fino al XIX secolo – e il soprannome, evidentemente, è rimasto.
Orosei nel cuore
Ci sarebbe ancora molto da vedere, ma – come dice il mio amico – “il tempo è tiranno”. Dobbiamo tornare in hotel, preparare le valigie e dirigerci verso l’aeroporto.
Arrivederci Orosei. Hai superato tutte le mie aspettative. Tornerò presto, ne sono certa.