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Pizzo Calabro, la città del tartufo e dell'amore

Pizzo Calabro, la città del tartufo e dell'amore

Le antiche origini dello splendido borgo marinaro di Pizzo Calabro

Se sei in vacanza in Calabria non puoi non visitare il suggestivo borgo di Pizzo Calabro. Il caratteristico paesino marinaro a picco sul mare, arroccato su un massiccio tufaceo al centro del Golfo di Sant'Eufemia è il paese che apre le porte alla Costa degli Dei. Il suo aspetto è quello del tipico borgo dei pescatori caratterizzato dalle sue viuzze strette e acciottolate e dai suoi pittoreschi vicoletti tra cui perdersi. Tutto il tratto del litorale calabrese che va da Pizzo a Nicotera è disseminato di splendide spiagge, alcune piccole e private, altre grandi e sabbiose. Le spiagge di Pizzo, infatti, si accontentano tutti i gusti e attirano ogni anno migliaia di turisti.

Come per molte altre località calabresi, questo suggestivo borgo marinaro ha origini molto antiche. Difficile discernere la realtà dalle leggende che aleggiano sulla storia dell'antico promontorio. C'è chi dice che Pizzo sia stata fondata da Nepeto ai tempi dell'antica Magna Grecia, ma non vi è alcuna evidenza di ciò. Notizie certe si hanno solo a partire dal 1300 come testimonia l'esistenza di una comunità di monaci basiliani. Il nome, che si rifà al becco d'uccello dalla punta sporgente, è ispirato dal promontorio di tufo che si affaccia sul mare, dove fu collocato nel XV secolo il piccolo forte aragonese, detto oggi Castello Murat, per i tragici eventi risalenti al 1815.

Cosa vedere, un tour tra le bellezze architettoniche di Pizzo Calabro

La prima meta da visitare, prima di entrare nel centro storico di Pizzo, è sicuramente la suggestiva Chiesa di Piedigrotta. Il mix tra storia e leggenda dona a questa chiesetta un fascino unico nel suo genere. Da centinaia di anni si tramanda la leggenda di un naufragio avvenuto, probabilmente, intorno alla metà del '600. Una violenta tempesta colpì un veliero ei marinai si raccolsero nella cabina del Capitano dove era custodito il quadro della Madonna di Piedigrotta. Lì iniziarono a pregare facendo un voto che prevedeva la costruzione di una cappella dedicata alla madonna in caso di salvezza. I marinari riuscirono a raggiungere la riva, salvando anche il quadro della Madonna e la campana di bordo. Decisi a mantenere il voto, scavarono nella roccia una piccola cappella dove collocarono la sacra immagine. Non esistono però documenti a sostegno di questa tesi, ma il culto è davvero antico e molto sentito dalla popolazione. Nel 1880, un artista locale, Angelo Barone, dedica tutta la sua vita all'ingrandimento di quella grotta. A colpi di piccone creò altri due laterali e riempì gli ambienti con statue rappresentanti la vita di Gesù, capitelli, bassorilievi e affreschi rendendo il luogo unico nel suo genere.

Insieme alla chiesetta, è dovere visitare il  Castello di Murat, luogo in cui Gioacchino trascorse gli ultimi giorni della sua vita. Oggi monumento nazionale, fu costruito nel 1400 per volere di Ferdinando I d'Aragona come fortezza militare e prigione. La storia del Castello di Pizzo è indissolubilmente legata alla morte di Gioacchino Murat, all'interno del maniero è possibile visionare una ricostruzione storica che riproduce gli ultimi giorni di vita dell'impavido re che qui fu imprigionato insieme ai suoi uomini. All'interno del castello è poi possibile vedere la scena del sommario processo contro Murat e la cella dove scrisse la lettera di addio alla moglie e ai quattro figli. Visitare il castello significa insomma rivivere in prima persona le vicende storiche che segnarono il destino di un popolo.

La maledizione di Gioacchino Murat

Lo sapevi che a Pizzo aleggia la cosiddetta “maledizione di Gioacchino”? Dal 1815 si sono tramandate diverse congetture sul seppellimento della salma di Gioacchino Murat e del rinvenimento dei suoi gioielli e del tesoro di guerra rimase sulla nave nel mare di Pizzo e sul quale Gioacchino non fece mai ritorno. Forse il corpo si trova sepolto in una fossa comune nella navata centrale della chiesa di San Giorgio, che lo stesso Murat fece edificare qualche anno prima della sua morte. C'è, invece, chi afferma che la salma si trova in una fossa comune nel cimitero locale o addirittura nella Chiesa di San Francesco a Gerace, in provincia di Reggio Calabria. Altri pensano che il corpo sia stato gettato in mare e la testa sia stata recapitata a Ferdinando di Borbone. La gente di Pizzo racconta che di notte si sentono inquietanti rumori di catene nella navata della chiesa di San Giorgio, come se Gioacchino invocasse vendetta. Leggenda vuole che la chiesa si sia illuminata all'improvviso quando si udì chiaramente una voce dall'oltretomba che rimbombava all'interno della navata emettendo parole incomprensibili. Una donna affermò, ancora, di aver visto il fantasma di Murat, coperto da una pelliccia d'ermellino, fluttuare nell'aria. Per chiudere definitivamente la partita con quella vicenda storica e togliere la maledizione di Gioacchino alla città di Pizzo, i più ritengono che sia necessario ritrovare le spoglie del re e dargli una degna sepoltura.

Pizzo la città del tartufo e dell'amore

A rendere celebre in tutto il mondo la città di Pizzo è sicuramente il gelato, anzi più precisamente il suo caratteristico tartufo, un poetico sodalizio tra il gelato alla nocciola, quello al cacao e un cuore di cioccolato fondente, tutto spolverato da un velo di cacao amaro. Con la sua tipica forma sferica e il colore scuro, il tartufo di Pizzo è un'autentica prelibatezza, frutto della creatività e della perizia dei gelatai locali che hanno realizzato un prodotto d'eccellenza. Il celebre tartufo ha, da anni, varcato i confini regionali diventando una specialità apprezzata in tutt'Italia e non solo.

Pizzo Calabro sta, inoltre, diventando nota per essere la città dell’amore per via della sua particolare scalinata nel centro storico nota come il “vicolo dell’amore”. Una lunga scala adornata con foto e immagini dei baci più famosi del cinema, della letteratura e delle canzoni. L’idea di Mimmo Pacifico, presidente dell’associazione “Carta canta” è la realizzazione di un progetto volto a rilanciare la città a livello turistico. Residenti e turisti stanno già facendo a gara per scambiarsi baci da postare sui social.

Le più belle spiagge e grotte di Pizzo Calabro

Il territorio di Pizzo comprende una costa frastagliata con quasi 9 km di spiagge accoglienti, sabbiose in alcuni tratti e rocciose in altri, con numerose calette e zone ricche di scogli naturali, nonché diverse grotte. Tra le più belle spiagge troviamo:

  • La spiaggia di Calamaio: un’ampia spiaggia libera, lunga qualche km, con la sua sabbia bianca e fine è adatta alla balneazione dei bambini. Lungo la spiaggia è possibile trovare relitti di antiche dune marine. Comoda anche la pineta, ricca di pini marittimi, che costeggia alle spalle questa graziosa spiaggia, dove è possibile rifocillarsi dopo una lunga giornata di mare;
  • La spiaggia di Marinella: detta anche “a tunnara” in quanto un tempo era dedita a una fiorente attività di pesca e lavorazione dei tonni. Anche questa spiaggia molto lunga è caratterizzata da sabbia fine e dorata, l’ideale per chi non ama i litorali rocciosi;
  • La spiaggia Savelli, più a Sud, è una meta molto amata da chi pratica immersioni o pesca subacquea per via della presenza di due secche, la secca della Spina e quella della Favata, ricche di saraghi e cernie;

La roccia di tufo che caratterizza questo antico borgo marinaro ha dato origine, nel tempo, ad alcune formazioni grottifere davvero interessanti:

  • La Grotta Azzurra è sicuramente la più celebre e continua ad esistere nonostante l’ingresso sia quasi interamente coperto. Qui si apre, agli occhi del visitatore, uno scenario mozzafiato, i riflessi delle acque non hanno nulla da invidiare alle più famose grotte della Costiera sorrentina o amalfitana;
  • La Grotta dei Buoi, così chiamata per il muggito che si sente provenire durante le tempeste. Situata in località Cento Fontane è una grotta molto ampia e in parte inesplorata. Raggiungibile solo via mare, è molto interessante osservare la particolare vegetazione che cresce all’interno.
  • La Grotta del Palombaro: è possibile visionarla solo nelle antiche cartoline, oggi purtroppo crollata, si trattava di una grotta sita in prossimità della spiaggia della Seggiola.

Qui è possibile fare eccezionali bagni a mare, lunghe nuotate e praticare sport acquatici quali la pesca subacquea, pesca d'altura o snorkeling.

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