Premetto che sono sempre stata una grandissima appassionata di laghi e credo, anzi no sono assai convinta, che questa passione mi sia stata trasmessa dai miei genitori dato che il primo posto di cui ho memoria è Lecco (che per la cronaca non dista nemmeno troppo da Colico …)

Tuttavia, in generale, le cittadine di lago sono località perfette per chi si vuole rigenerarsi dallo stress quotidiano che, dolenti o nolenti, riempie le nostre vite in modo da poter ripartire belli carichi. L’importante è sempre scegliere il periodo giusto per visitare i laghi, è infatti preferibile organizzare una vacanza in bassa stagione, primavera o autunno, quando la temperatura è ancora mite e le località non sono prese d’assalto dai turisti.

Io sono andata a Colico verso fine settembre e mi sono trovata d’avvero d’incanto.

Il lago di Como: un po’ di storia

lago di Colico

Il lago di Como o Lario è il terzo lago italiano sia per estensione dopo quello di Garda e Verbano sia per vastità tra i grandi laghi prealpini mentre, invece, è il primo per profondità poiché raggiunge i 414 metri tra Careno e Argegno.

La sua origine, come quella di molti laghi italiani, risale all’epoca glaciale quando enormi lingue di ghiaccio, scendendo da nord a sud, per svariati km incisero in profondità tutto il territorio. La sua caratteristica forma a Y rovesciata è data dai tre rami: Colico a nord, Lecco a sud-est e Como a sud-ovest che formano un bacino perimetrale di 170 chilometri.

Abitato fin dall’epoca preistorica, il lago di Como è stato molto importante perché era la principale via di comunicazione tra le regioni del Nord e la pianura Padana. Data la sua importanza, la zona, per secoli, fu soggetta a incursioni e dominazioni di ogni tipo.

Totalmente circondato da meravigliose montagne di cui la più alta è il Monte Legnone (arriva a 2.609 metri) che è proprio sopra Colico. I corsi d’acqua affluenti sono ben 37, ma tra questi sicuramente il più importante è l’Adda che tra l’altro è anche l’unico emissario.

Colico, il comune più a Nord di Lecco, famosa per il suo lungolago

Colico è l’ultima località sulla sponda orientale del lago lecchese del Lario e si trova totalmente immerso in un meraviglioso scenario, un vero e proprio paradiso per chi vuole concedersi una vacanza all’aria aperta. Dominato dal Monte Legnone, questa località offre innumerevoli attrattive e la possibilità di praticare diversi sport acquatici, come il kitesurf o il wakeboard, e molte attività di montagna, tra escursioni, passeggiate e trekking.

Abitato già in epoca romana e preromana, fortificato poi in epoca comunale e distrutto durante il passaggio delle truppe straniere che andavano verso Milano così come durante la peste e anche dalle diverse alluvioni dell’Adda.

Alla fine del Seicento era addirittura totalmente disabitato in quanto acquitrinoso e maleodorante.

Riebbe importanza quando venne aperta la Strada dello Stelvio, del Maloia e dello Spluga ma soprattutto quando è stato sistemato nel 1858 l’ultimo tratto del fiume Adda.

Cosa vedere a Colico in un giorno

Abbazia di Piona

Villa Malpensata

Villa Malpensata (si trova in località Olgiasca) è stata costruita nell’Ottocento. La villa è una bella costruzione con un ampio parco che sorge sulla penisola di Piona e comprende anche parte di un altro edificio che risale al Cinquecento. Il complesso però può essere visto solo da fuori in quanto appartiene al Priorato di Piona che ne ha fatto una comunità di recupero.

Abbazia di Piona

Abbazia di Piona o più esattamente il Priorato di Piona si trova sempre in località Olgiasca ed è davvero il fiore all’occhiello di Colico. È sul meraviglioso promontorio roccioso che degrada verso il lago semichiuso che forma una particolare strozzatura naturale.

Fondata dai Cluniacensi attorno alla chiesa di San Nicolao, costruita sui resti di quello che era un oratorio fatto erigere dal Vescovo di Como Agrippino nel VII secolo, l’abbazia, attualmente è di proprietà dei cistercensi dell’abbazia laziale di Casamari.

La chiesa, del secolo XI, è a una sola navata con pianta irregolare, con soffitto ligneo, degni di nota i due leoni in marmo nel protiro (il protiro è un portico su due colonne). Al suo interno si trovano ancora dei frammenti di affreschi del Duecento che sono collegati alla tradizione bizantina. A fianco campanile che è stato ricostruito nel Settecento con chiostro (il chiostro è un cortile porticato all’interno di un convento monastico) del 1257 in cui si possono trovare motivi architettonici gotici, romanici ma pure influenza d’oltralpe. Segnalo che i bei affreschi che ci sono sulle pareti ricordano il linguaggio figurativo bizantino dei dipinti che sono all’interno dell’abbazia. Le quattro colonne e i quattro piloni portanti terminano ognuno con capitelli che sono scolpiti ciascuno in maniera diversa gli uni dagli altri.

Pian di Spagna

Pian di Spagna si trova a nord del lago, oltrepassato il fiume Mera. Una grande area che sorge proprio nei pressi della Valtellina e della Valle del Mera. Il nome Pina di Spagna risale ai secoli XVII e XVIII quando qui sorgevano gli accampamenti degli spagnoli che dal Forte di Fuentes, roccaforte di difesa del Cattolicesimo (fatto costruire nel 1603 sull’unica altura del Piano che era il colle Monteggiolo), controllavano tutto il territorio del lago, ma anche la Valtellina e la Val Chiavenna.

La zona fu bonificata dagli austriaci nel 1858. Furono proprio gli austriaci a progettare e realizzare l’innalzamento del tratto terminale del fiume Adda che dopo meno di 5 km di corso artificiale (si tratta di un tratto diritto) va a finire nel lago. Fu così che la zona a nord del nuovo alveo poté essere recuperata. La particolarità di questa zona paludosa, oggi riserva naturale, è che è una delle poche zone umide in un paesaggio alpino.

Forte di Montecchio

Forte di Montecchio è l’unico forte della grande guerra ancora intatto con i quattro imponenti cannoni italiani. Da sempre questo tratto è stato uno dei maggiori percorsi commerciali che andavano da e per il nord Europa. Ma, ovviamente, per la sua posizione strategica è soggetto al passaggio degli eserciti invasori. Colico si trova, infatti, alla fine della Vallata, quindi in posizione ideale per erigere una roccaforte.

Nel 1862 la Commissione Permanente per la Difesa dello Stato fece condusse alcuni studi per costruire una fortificazione con lo scopo di fermare le invasioni che sarebbero arrivate dallo Spluga, dallo Stelvio ed anche dalla Maloia.