Ascoli Piceno: il salotto buono d’Italia

Ascoli Piceno ha indubbiamente un sapore medievale e si trova nelle Marche meridionali.

E’ conosciuta anche come la città delle cento torri ed è circondata da montagne e da ben due Parchi Nazionali ed inoltre non dimentichiamo che si trova nella Valle del Tronto dove scorre l’omonimo fiume.

  1. Inizio da quello che si può definire il cuore della città ossia la Cinquecentesca Piazza del Popolo che è lastricata in travertino bianco che si contrappone a un colonnato a volta con mattoni rossi. Un vero spettacolo. Ed è proprio qui che si trovano il Palazzo dei Capitani del Popolo che è stato costruito tra il 1200 e il 1300 ed è qui che ha sede il Comune;
  2. Un’occhiata la meritano anche il Cortile Rinascimentale e la Sala sia della Ragione sia degli Stemmi che è soprannominato “il libro di pietra per le tante iscrizioni sulle mura;
  3. la chiesa di San Francesco in quanto ricorda il passaggio di San Francesco in questa cittadina. E’ facilmente riconoscibile grazie alla facciata gotica e la lunetta decorata con la Madonna, San Giovanni Battista e San Francesco. Ha l’interno a croce latina. Una particolarità sono i due campanili e il fianco meridionale con sette absidi poligonali.
  4. Sull’omonima piazza (San Francesco) si trova il Teatro Ventidio Basso che può ospitare fino a 842  (restrizioni per il covid permettendo) persone. Ha una bella facciata neoclassica che è rivestita anch’essa in travertino;
  5. lo storico Caffè Meletti che fu inaugurato nel 1907 in chiaro stile liberty ed è soprannominato senato in quanto è il punto di riferimento degli incontri socio culturali cittadini;
  6. Proseguo la mia gita alla scoperta della città ed arrivo sulla grande Piazza  Arringo che è così chiamata per via delle assemblee (arringhe) che qui si tenevano nel Medioevo.

E qui possiamo ammirare il: 

  1. Il Palazzo dell’Arrengo che attualmente è sede della Pinacoteca;
  2. Battistero di San Giovanni con la fonte battesimale del XII secolo;
  3. E il Duomo che è dedicato a Sant’Emidio che fu primo vescovo di Ascoli e santo patrono . La chiesa è stata costruita sui resti di una basilica romana. La facciata è del Cinquecento ed è stata realizzata in travertino bianco con delle belle colonne corinzie. All’interno, merita senz’altro di essere visto, il Polittico di Carlo Crivelli (pittore veneziano) che nel 1473 rappresentò un Cristo benedicente attorniato dagli Apostoli.
  1. E appena fuori dal centro storico si trova Il Ponte Romano che tuttora collega il centro città con il quartiere di Porta Cappuccino . Si entra da Porta Solesta (una delle sette porte cittadine) ed è una testimonianza di quanto fossero capaci di fare gli antichi Romani perché si tratta di un’unica campata di circa 60 metri. Poco distante troviamo il Lavatoio Pubblico che è conosciuto anche come Fonte di Sant’Emidio. Perché questo secondo nome? Perché c’è una leggenda che vuole che il Sant’Emidio non disponesse di abbastanza acqua per battezzare i nuovi fedeli riuscì ad ottenerla battendo un sasso da cui sgorgò acqua che è poi la stessa, si narra, che alimenta questa fonte.
Ascoli Piceno
Ascoli Piceno
Ascoli Piceno

Consiglio: se si va a visitare Ascoli Piceno un passaggio a Castel Trosino è quasi d’obbligo perciò è lì che adesso mi dirigo...

Castel Trosino (Ascoli Piceno) Tesoro dei Longobardi

Castel Trosino

  1. Il solo acceso possibile alla cittadina è attraverso una porta con un arco a tutto sesto. Passata quella ci troviamo nel cuore di questo bel paesino medievale restaurato in pietra di travertino.
  2. Così girovagando ci imbatteremo sicuramente, una volta arrivati nel centro del paese in una piccola casa che attira il nostro interesse più per la leggenda che per altro. Sto parlando della Casa di Re Manfredi che è un modesto edificio in pietra con al secondo piano una fantastica loggetta a tre luci. Ma chi è Manfredi? Manfredi era il figlio illegittimo di Federico II e leggenda vuole che nella piccola costruzione ci fosse una bellissima ragazza di cui Manfredi si innamorò e con la quale ebbe una breve storia d’amore.
  3. La nostra passeggiata si sviluppa poi tra i vicoli stretti nella cinta muraria a strapiombo sulla vallata, uno scenario che molto bene si può ammirare dal meraviglioso giardino del belvedere.
  4. Abbandoniamo il centro storico di Castel Trosino e lasciamo la porta d’ingresso alle nostre spalle proseguiamo verso la necropoli di Castel Trosino e il tesoro dei Longobardi. Si tratta della più grande necropoli longobarda di tutta Italia.
  5. Saliamo quindi sull’ auto e scendiamo lungo la strada asfaltata, direzione Ascoli Piceno per 200 metri circa. Parcheggiamo la macchina poco oltre il ponticello. Segnalo che subito dopo la curva c’è un piccolo parcheggio (nei giorni non festivi non si fatica a trovare posto) con indicazioni per la necropoli.  Ritorniamo al ponte e saliamo sulle scalette. Il percorso ci conduce nel boschetto e così tramite un breve sentiero arriviamo nell’area dei ritrovamenti. Qui è stata riprodotta la cerimonia funebre longobarda, con delle statue a grandezza naturale in cerchio e il defunto nel centro. Poco distante c’è un altro reperto che mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta in quanto dal terreno fuoriesce una cripta in vetro con all’interno uno scheletro e tutto il suo corredo funebre. Poi il percorso prosegue nel bosco con alcune tabelle che spiegano l’ubicazione degli altri ritrovamenti.
  6. Segnalo, infine, nei pressi c’è l’omonimo lago (artificiale fatto grazie a una diga nel 1960) e a monte del quale si possono notare alcune sorgenti sulfuree. Il sito è raggiungibile attraverso un percorso ciclopedonale. Proprio nelle immediate vicinanze del lago c’è un bel parco che è un interessante punto d’osservazione per gli aironi e quindi è, davvero, l’ideale per gli amanti dei volatili.